1.10 Tassodio

F 210 SELVICOLTURA GENERALE E SPECIALE - ELEMENTI DI BOTANICA E SELVICOLTURA SPECIALE Sequoia sempreverde (Sequoia sempervirens Endl). Nel paese d origine (Califor- nia), può raggiungere i 100 m di altezza e i 10 m di diametro. Ha tronco eretto, corteccia molto spessa color rosso cannella, foglie lineari lunghe 1-2 cm, strobili ovali sessili eretti e solitari, lunghi 15-20 mm e semi piccoli di forma ellittica. Il legno roseo, leggero (p. sp. 0,43 stagionato), tenero e durevole, è ottimo per molteplici usi. Vegeta nel Lauretum e nel caldo Castanetum. Nelle stazioni fertili ad alto grado di umidità atmosferica, cresce con ritmo vigoroso. immune da malattie e refrattaria agli incendi. 1.10 Tassodio (Taxodium distichum Rich.). Originario degli Stati sud-orientali dell America del Nord, viene chiamato anche cipresso calvo d America. Pianta di grandi dimensioni, ha tronco massiccio scanalato alla base, corteccia sottile fibrosa rossocannella, foglie lineari appiattite lunghe 10-15 mm, color verde chiaro dorato, ramuli caduchi, strobili di 25-35 mm che richiamano, come forma, le coccole del Cipresso e grossi semi di 12-15 mm. Il legno, leggero (p. sp. 0,45 stagionato), tenero, omogeneo e facilmente lavorabile, è molto adatto per costruzioni, palafitte, traverse ferroviarie, ecc. Caratteristica: protuberanze a funzione respiratoria, denominate pneumatodi che fuoriescono dal terreno. Vegeta nel Lauretum in stazioni umide, sommerse o acquitrinose. In gioventù cresce con grande vigore. Oltre a essere pianta decidua, il tassodio possiede la particolarità di ricacciare dalla ceppaia e di poter essere moltiplicato per talea. 1.11 Tuie Tuia gigante (Thuja gigantea Nutt. 5 T. plicata Don). Originaria dei monti del ver- sante occidentale dell America Settentrionale, trova nel Fagetum l optimum vegetativo, pur adattandosi anche agli ambienti climaticamente ascrivibili al Castanetum. Pianta di grandi dimensioni, ha fusto diritto rastremato, chioma conica, corteccia fessurata rosso cannella, ramuli compressi concavi nella pagina inferiore, foglie appuntite, strobili di 16-18 mm e semi alati di 5-7 mm. Specie ombrivaga, indifferente alla natura del suolo, per vegetare con vigore ha bisogno di essere coltivata in terreni fertili, freschi e profondi. Si rinnova naturalmente con facilità. Fornisce legno leggero di buona qualità con alburno chiaro e durame rosso bruno. La moltiplicazione per talea è largamente sfruttata dai vivaisti. Tuia occidentale (Thuja occidentalis L.). Vegeta spontanea nella regione dei laghi dell America del Nord. Specie rustica, xerofila e poco sensibile alle basse temperature, può essere coltivata nel Castanetum e nel Fagetum. Fornisce legno rossiccio, resistente, non soggetto a imbarcarsi, di buona qualità. F.2 le n d c n p b fo s è c e s v d s d le a p a z s a 2 A n m fr t g fr 2. Latifoglie A Di seguito sono proposte le varie tipologie di piante appartenenti alle latifoglie e che popolano i nostri ambienti. Per gli aspetti legati alle avversità, e alla difesa, che interessano le varie specie, si rimanda alla (®Sezione G Avversità e difesa delle colture). 2.1 Acacie (gen. Acacia). Leguminose proprie dei Paesi caldi e caldo-aridi, largamente diffuse in Australia e in Africa, sono presenti anche in America e in Asia. Fra le numerosissime specie, soltanto 5 hanno trovato impiego nella selvicoltura italiana: A. decurrens Willd. var. mollissima, A. pycnantha Benth., A. saligna Wendl., A. cyanophylla Lindl. e A. melanoxylon R. Br. Le prime due sono caratterizzate da una corteccia, il cui contenuto in tannino può raggiungere e superare il 30% (querce 10%, castagno 7-8%); A F02_1_Selvicoltura_Speciale.indd 210 5/30/18 8:17 AM p r a 0 s t d c 8

SEZIONE F
SEZIONE F
SELVICOLTURA GENERALE E SPECIALE
La Selvicoltura può essere definita come l’insieme di tutte quelle attività di governo e coltivazione svolte nei boschi, per scopi diversi, e che rappresentano la risposta alle esigenze, dei singoli e delle comunità, che si vengono a determinare in un particolare momento storico e in uno specifico contesto sociale.In senso stretto le attività consistono essenzialmente nel taglio degli alberi, ossia nella raccolta della produzione legnosa, condotto in modo tale da assicurare la ricostituzione (rinnovazione) del soprassuolo. Nella pratica della Selvicoltura rientrano anche l’impianto di alberi e tutte le fasi di produzione delle piantine in appositi vivai, fino alla loro messa a dimora in terreni precedentemente destinati a prato o coltivo, oppure là dove il soprassuolo adulto è stato abbattuto e si è preferito fare ricorso alla rinnovazione artificiale.L’Economia forestale (Selvicoltura in senso lato) comprende non solo l’ecologia forestale (presupposto necessario all’adozione di buone forme di intervento), ma anche i criteri di misurazione del volume degli alberi, di pianificazione delle operazioni su ampie superfici forestali, di difesa del bosco da agenti dannosi e da incendi, di gestione della fauna selvatica di applicazione e rispetto delle norme che le istituzioni pubbliche fissano per inquadrare le operazioni selvicolturali (nel quadro dell’economia del territorio) e, infine, delle modalità, di verifica che ci assicurano che prodotti o servizi, ottenuti dai boschi, siano conformi ai requisiti indicati da norme o regole. Per questo è indispensabile una profonda conoscenza dei tipi di bosco presenti nelle diverse Regioni italiane e delle tecniche selvicolturali più appropriate. Si deve anche prestare attenzione ai caratteri del legno, che in parte conseguono alle specie coltivate e alle modalità di crescita degli alberi, e al modo in cui la produzione legnosa viene raccolta e trasportata dal bosco alla strada.Nella presente Sezione F del Manuale dell’Agronomo si è anche fatto un breve cenno a quelle specie legnose che sono importanti per il loro significato ecologico, per il pregio estetico e talvolta per particolari beni forniti, o che non formano complessi boscati, ma compaiono allo stato sporadico. In tal modo si è inteso fornire un quadro d’insieme, quanto più possibile aggiornato e completo, dei diversi campi tecnici e applicativi della selvicoltura.Coordinamento di SezionePietro PiussiRealizzazione e collaborazioniGiovanni Bernetti, Stefano Berti, Massimo Bianchi, Paolo Casanova, Piermaria Corona, Luigi Damiani, Roberto Del Favero, Maria Nives Forgiarini, Giovanni Hippoliti, Amerigo Alessandro Hofmann, Alberto Maltoni, Enrico Marchi, Anna Memoli, Lorenzo Pini, Pietro Piussi, Aldo Pollini, Andrea Tani, Giuliana Torta