2.6.3 Selvicoltura

e uoisi n o a o di ati r- ne ni a a e: o. ù e, a a a ei. o e e n- di ae e INQUADRAMENTO DELLA VEGETAZIONE FORESTALE NELL ARCO ALPINO ITALIANO F 31 2.6.3 Selvicoltura Tipo di gestione. Le mughete sono lasciate alla libera evoluzione. Fino agli anni Cinquanta del secolo scorso, erano localmente utilizzate per produrre legna da ardere o, più spesso, mugolio, impiegato dall industria farmaceutica. Interventi. Nelle mughete, talvolta, può essere opportuno intervenire dove vi sono problemi di distacco di valanghe (taglio di strisce o quadrati di larghezza non superiore a 20 m) o dove sia necessario il ripristino di aree favorevoli ad alcune specie ornitiche (articolare maggiormente, con il taglio, il margine della formazione). 2.7 Piceo-faggeti 2.7.1 Aspetto e localizzazione Caratterizzazione fisionomica generale. Formazioni miste d abete rosso e faggio, con poca o nulla partecipazione di abete bianco. In realtà, la loro composizione può essere quanto mai varia passando dalla pecceta quasi pura con residui di faggio, alla faggeta molto ricca in abete rosso. Si tratta di formazioni che si collocano nella regione mesalpica, nell area di transizione fra quella delle faggete e quella delle peccete, nella quale dovrebbe essere presente anche l abete bianco, che però manca o per motivi stazionali o a causa del suo areale frammentario (conseguenza della particolare ricolonizzazione avvenuta nel postglaciale). Sottounità. Pur essendovi differenze fra i piceo-faggeti dei substrati silicatici (piuttosto rari) e quelli dei substrati carbonatici (più frequenti soprattutto nelle regioni del nord-est), si possono differenziare due situazioni: quella su suoli xerici e quella su suoli mesici. Caratterizzazione fisionomica delle sottounità. I piceo-faggeti dei suoli mesici sono presenti in stazioni potenzialmente ospitali anche per l abete bianco, che però manca o stenta a insediarsi. Alcuni autori attribuiscono quest evento all attività antropica, ma ciò non spiegherebbe la totale assenza dell abete bianco in alcune valli. In tutti i casi, si tratta di stazioni caratterizzate da suoli con buona disponibilità idrica e a clima non troppo continentale. Nella composizione di questi piceo-faggeti compaiono spesso, come specie minoritarie, il Frassino maggiore e l acero di monte. I piceo-faggeti dei suoli xerici sono, invece, presenti nei poco estesi, ma non infrequenti, substrati gessosi caratterizzati dal forte drenaggio e dal continuo dilavamento degli elementi nutritivi, condizioni poco favorevoli all abete bianco. In questi piceo-faggeti vi è spesso la presenza del pino silvestre. In entrambi i piceo-faggeti compare frequentemente anche il larice, insediatosi a seguito o dell abbandono del pascolo o di forti trombe d aria o di ampi tagli a raso eseguiti soprattutto durante il secondo conflitto mondiale. F 2.7.2 Fasi vitali e dinamismo naturale Fase di rinnovazione. I piceo-faggeti si caratterizzano per l alternanza fra il faggio e l abete rosso, vale a dire che sotto il faggio si rinnova l abete e viceversa. Ne consegue che, molto spesso, questi soprassuoli hanno una struttura biplana. Il mosaico delle aree a prevalenza di una o dell altra specie è quanto mai vario in relazione al trattamento passato. Dove si è intervenuti su piccole superfici e il faggio non è stato tagliato per produrre legna da ardere, le singole aree sono piccole (anche 1.000 m2), mentre dove si è intervenuti con tagli intensi a causa della mancanza di viabilità, le singole aree F01_2_Inquadramento_Vegetazione.indd 31 5/29/18 3:07 PM

SEZIONE F
SEZIONE F
SELVICOLTURA GENERALE E SPECIALE
La Selvicoltura può essere definita come l’insieme di tutte quelle attività di governo e coltivazione svolte nei boschi, per scopi diversi, e che rappresentano la risposta alle esigenze, dei singoli e delle comunità, che si vengono a determinare in un particolare momento storico e in uno specifico contesto sociale.In senso stretto le attività consistono essenzialmente nel taglio degli alberi, ossia nella raccolta della produzione legnosa, condotto in modo tale da assicurare la ricostituzione (rinnovazione) del soprassuolo. Nella pratica della Selvicoltura rientrano anche l’impianto di alberi e tutte le fasi di produzione delle piantine in appositi vivai, fino alla loro messa a dimora in terreni precedentemente destinati a prato o coltivo, oppure là dove il soprassuolo adulto è stato abbattuto e si è preferito fare ricorso alla rinnovazione artificiale.L’Economia forestale (Selvicoltura in senso lato) comprende non solo l’ecologia forestale (presupposto necessario all’adozione di buone forme di intervento), ma anche i criteri di misurazione del volume degli alberi, di pianificazione delle operazioni su ampie superfici forestali, di difesa del bosco da agenti dannosi e da incendi, di gestione della fauna selvatica di applicazione e rispetto delle norme che le istituzioni pubbliche fissano per inquadrare le operazioni selvicolturali (nel quadro dell’economia del territorio) e, infine, delle modalità, di verifica che ci assicurano che prodotti o servizi, ottenuti dai boschi, siano conformi ai requisiti indicati da norme o regole. Per questo è indispensabile una profonda conoscenza dei tipi di bosco presenti nelle diverse Regioni italiane e delle tecniche selvicolturali più appropriate. Si deve anche prestare attenzione ai caratteri del legno, che in parte conseguono alle specie coltivate e alle modalità di crescita degli alberi, e al modo in cui la produzione legnosa viene raccolta e trasportata dal bosco alla strada.Nella presente Sezione F del Manuale dell’Agronomo si è anche fatto un breve cenno a quelle specie legnose che sono importanti per il loro significato ecologico, per il pregio estetico e talvolta per particolari beni forniti, o che non formano complessi boscati, ma compaiono allo stato sporadico. In tal modo si è inteso fornire un quadro d’insieme, quanto più possibile aggiornato e completo, dei diversi campi tecnici e applicativi della selvicoltura.Coordinamento di SezionePietro PiussiRealizzazione e collaborazioniGiovanni Bernetti, Stefano Berti, Massimo Bianchi, Paolo Casanova, Piermaria Corona, Luigi Damiani, Roberto Del Favero, Maria Nives Forgiarini, Giovanni Hippoliti, Amerigo Alessandro Hofmann, Alberto Maltoni, Enrico Marchi, Anna Memoli, Lorenzo Pini, Pietro Piussi, Aldo Pollini, Andrea Tani, Giuliana Torta