4.1.2 Provvista delle piantine: vivai forestali

o li VIVAISTICA FORESTALE E RIMBOSCHIMENTI F 83 4.1.2 Provvista delle piantine: vivai forestali. Le piantine da usare nei rimboschimenti (postime) vengono prodotte in appezzamenti di terreno opportunamente attrezzati e organizzati (vivai pubblici oppure vivai privati autorizzati). Ubicazione. I vivai devono trovarsi in località che per caratteristiche climatiche pos- sano permettere la coltivazione di un considerevole numero di specie (es. area di transizione fra due zone fitoclimatiche). indispensabile la disponibilità di acqua per l irrigazione. Giacitura, esposizione, terreno. I vivai che permettono la coltivazione di un maggior numero di specie sono quelli di media montagna. Nelle località fresche la migliore esposizione è quella di SO, nelle località calde quella di NE; per i vivai di montagna, al fondo valle bisogna preferire le pendici meglio esposte e non troppo battute dai venti. Sono da preferire i terreni piani per evitare spese di sistemazione, per facilitare l impianto di irrigazione e soprattutto per consentire il più ampio uso delle macchine. Tecniche di produzione delle piantine forestali. Le principali procedure per otte- nere postime di vivaio sono riconducibili a due metodi di allevamento: pieno campo e contenitore. La scelta del metodo è funzione dei caratteri della specie, degli aspetti economici, della destinazione del prodotto, nonché delle preferenze dei progettisti del rimboschimento. La tendenza attuale della vivaistica forestale è quella di privilegiare sempre più l allevamento in contenitore per le maggiori percentuali di attecchimento e per una maggiore disponibilità di tipi di contenitori che, per forma e accorgimenti vari, permettono la coltivazione di specie tradizionalmente allevate in pieno campo come quelle a radice fittonante. F Allevamento in pieno campo. Questo sistema di allevamento è stato il più usato fino all inizio degli anni 70 del secolo scorso poiché permetteva di produrre postime a basso costo e facile da trasportare per fare fronte alla richiesta di grandi quantità di piantine per rimboschire zone difficili della montagna italiana. I terreni migliori per l impianto di un vivaio forestale destinato alla produzione di piantine a radice nuda, sono quelli franchi di media fertilità a reazione neutra o subacida. Sono da scartare quelli argillosi compatti e/o a pH alcalino o marcatamente acido. Impianto. Il vivaio forestale è composto da una superficie produttiva (semenzaio e piantonaio) e da una superficie improduttiva (strade, stradelli, edifici, tettoie, concimaie, fossi, ecc.). Il semenzaio è costituito dall insieme delle aiuole destinate alla semina e all allevamento dei semenzali. Il piantonaio è rappresentato dalle aiuole adibite alla coltivazione dei semenzali trapiantati. Il rapporto fra la superficie a semenzaio e quella a piantonaio varia da 1 a 5 a 1 a 8. Il vivaio deve avere una figura possibilmente regolare, in modo da facilitare la suddivisione in quadri e riquadri. Delimitato il perimetro, si esegue il tracciamento dei viali e delle superfici che saranno improduttive. Per i viali principali la larghezza è variabile a seconda dei mezzi meccanici che vengono impiegati (2 m e oltre). I viali secondari hanno larghezza minore di quella dei viali principali. Sentieri e fossatelli delimitanti le aiuole hanno dimensioni varie (in genere larghezza 0,25 m). Le aiuole sono larghe 0,90-1 m e lunghe anche più di 20 m se il terreno è lavorato a macchina. F01_4_Rimboschimenti.indd 83 5/30/18 7:53 AM

SEZIONE F
SEZIONE F
SELVICOLTURA GENERALE E SPECIALE
La Selvicoltura può essere definita come l’insieme di tutte quelle attività di governo e coltivazione svolte nei boschi, per scopi diversi, e che rappresentano la risposta alle esigenze, dei singoli e delle comunità, che si vengono a determinare in un particolare momento storico e in uno specifico contesto sociale.In senso stretto le attività consistono essenzialmente nel taglio degli alberi, ossia nella raccolta della produzione legnosa, condotto in modo tale da assicurare la ricostituzione (rinnovazione) del soprassuolo. Nella pratica della Selvicoltura rientrano anche l’impianto di alberi e tutte le fasi di produzione delle piantine in appositi vivai, fino alla loro messa a dimora in terreni precedentemente destinati a prato o coltivo, oppure là dove il soprassuolo adulto è stato abbattuto e si è preferito fare ricorso alla rinnovazione artificiale.L’Economia forestale (Selvicoltura in senso lato) comprende non solo l’ecologia forestale (presupposto necessario all’adozione di buone forme di intervento), ma anche i criteri di misurazione del volume degli alberi, di pianificazione delle operazioni su ampie superfici forestali, di difesa del bosco da agenti dannosi e da incendi, di gestione della fauna selvatica di applicazione e rispetto delle norme che le istituzioni pubbliche fissano per inquadrare le operazioni selvicolturali (nel quadro dell’economia del territorio) e, infine, delle modalità, di verifica che ci assicurano che prodotti o servizi, ottenuti dai boschi, siano conformi ai requisiti indicati da norme o regole. Per questo è indispensabile una profonda conoscenza dei tipi di bosco presenti nelle diverse Regioni italiane e delle tecniche selvicolturali più appropriate. Si deve anche prestare attenzione ai caratteri del legno, che in parte conseguono alle specie coltivate e alle modalità di crescita degli alberi, e al modo in cui la produzione legnosa viene raccolta e trasportata dal bosco alla strada.Nella presente Sezione F del Manuale dell’Agronomo si è anche fatto un breve cenno a quelle specie legnose che sono importanti per il loro significato ecologico, per il pregio estetico e talvolta per particolari beni forniti, o che non formano complessi boscati, ma compaiono allo stato sporadico. In tal modo si è inteso fornire un quadro d’insieme, quanto più possibile aggiornato e completo, dei diversi campi tecnici e applicativi della selvicoltura.Coordinamento di SezionePietro PiussiRealizzazione e collaborazioniGiovanni Bernetti, Stefano Berti, Massimo Bianchi, Paolo Casanova, Piermaria Corona, Luigi Damiani, Roberto Del Favero, Maria Nives Forgiarini, Giovanni Hippoliti, Amerigo Alessandro Hofmann, Alberto Maltoni, Enrico Marchi, Anna Memoli, Lorenzo Pini, Pietro Piussi, Aldo Pollini, Andrea Tani, Giuliana Torta