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L 302 GENIO RURALE E MECCANIZZAZIONE AGRARIA - COSTRUZIONI RURALI più luogo a conflitti per cui occorre cautelarsi preventivamente scegliendo siti il più possibile lontani dai nuclei abitativi (distanze minime consigliabili fra 300 e 500 m) e tenendo conto dell effetto di rinforzo causato dai venti dominanti. La problematica delle distanze minime da rispettare con le attività zootecniche comprende anche le esigenze di sicurezza sanitaria, le quali richiedono anch esse adeguate distanze fra gli allevamenti, tanto maggiori quanto più è elevata la loro dimensione e la sensibilità delle specie allevate al contagio di malattie. Fasce di rispetto precludono anche la costruzione di edifici in prossimità dei corsi d acqua e a rischio di esondazione. Dislocazione dei singoli corpi di fabbrica. un secondo importante aspetto della problematica insediativa. Uno studio attento delle interconnessioni funzionali fra le diverse unità edilizie (abitative, produttive, di servizio) e, di conseguenza, una disposizione razionale del layout aziendale sono condizioni fondamentali per il raggiungimento di un buon risultato sul piano economico e produttivo. Un valido strumento al riguardo è l analisi dei flussi (di uomini, mezzi e prodotti) che intercorrono fra le diverse unità edilizie. Questo tipo di analisi, in quanto capace di mettere in evidenza il grado di connessione che lega le diverse attività, consente di valutare le incidenze delle possibili scelte distributive sui risultati produttivi (tempi di lavoro e costi) e di ottimizzare quindi le relazioni spaziali e funzionali all interno del complesso. Per questo le attività lavorative dovranno essere analizzate accuratamente, studiando le varie fasi del ciclo produttivo e valutandone i tempi di lavoro e di spostamento con l obiettivo di minimizzare i percorsi, limitare le intersezioni, annullare i punti di conflitto, massimizzare la produttività del lavoro e favorirne lo svolgimento in condizioni ottimali. Di questo metodo di analisi in Figura 4.1 è fornita un esemplificazione applicata a un centro aziendale per l allevamento di bovini da latte. Suddivisione del centro aziendale in zone omogenee. Sempre nel campo delle scelte localizzative questa metodologia rappresenta un utile criterio di validità generale per discriminare, in particolare, la separazione delle aree sporche (animali e prodotti) dalle aree pulite (abitazioni e servizi), risultato che può ottenersi con adeguate distanze e/o con l interposizione di zone filtro (fabbricati accessori e simili) come è illustrato in Figura 4.2. Una netta separazione fra zone di lavoro e zone di abitazione e servizio consente anche di offrire maggiore sicurezza contro i rischi di infortuni a danno di familiari non attivi (soprattutto i bambini) o di persone estranee; un eventualità questa che va sempre più crescendo per la tendenza delle aziende agricole ad aprirsi verso visitatori e fruitori esterni (vendita diretta, agriturismo, fattorie didattiche, ecc.). La declività dei suoli è un fattore solitamente limitante, che può però essere utilmente sfruttato con adeguate disposizioni degli edifici. Per esempio, collocando nelle zone più alte le attività più pulite e le materie prime si può sfruttare la gravità per facilitare il trasporto interno dei materiali di consumo e favorire l allontanamento delle acque luride. Così, nell attività zootecnica, sarebbe consigliabile disporre gli alimenti a monte e lo stoccaggio delle deiezioni a valle, con i ricoveri per gli animali nella fascia intermedia. Un fattore spesso trascurato è l orientazione geografica dei fabbricati. Essa infatti può influenzare in misura rilevante le condizioni climatiche interne in quanto determina l esposizione degli edifici all irraggiamento solare e all azione del vento, come preciseremo meglio in seguito. Una disposizione ordinata e razionale dovrà non solo puntare all efficienza aziendale nell assetto presente, ma anche garantire la possibilità di futuri sviluppi. Ciò significa assicurare spazi sufficienti per trasformazioni, ampliamenti L04_1_CostruzioniFabbricati.indd 302 5/31/18 8:27 AM F (b

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GENIO RURALE E MECCANIZZAZIONE...
L’Ingegneria agraria comprende tutte quelle discipline – scientifiche e tecniche – inerenti le opere di ingegneria applicata allo sviluppo dei sistemi agricoli e forestali, e le relative applicazioni, di principi e leggi, ai processi di gestione dei fenomeni territoriali e al governo delle tecnologie e tecniche applicate; ciò al fine di studiare, modellare e valorizzare i sistemi biologici per uno sviluppo sostenibile dell’agricoltura, della produzione alimentare, dell’uso del suolo e dell’ambiente.Fra i vari settori applicativi dell’ingegneria agraria e dei biosistemi vi sono le aree che convergono nelle denominazioni di Genio rurale e Meccanizzazione agraria; in particolare, quei settori che si concentrano sulle discipline relative al campo ingegneristico dei sistemi agrari, forestali e biologici, dell’Idraulica agraria, del Rilievo e rappresentazione del territorio, delle Costruzioni rurali e della Meccanica agraria.Questa Sezione L del Manuale dell’Agronomo è stata opportunamente organizzata per corrispondere al meglio a tutte le esigenze dei contenuti circoscritti nell’ambito sopra descritto.A cominciare dai richiami di Fisica applicata e in stretto parallelismo con gli aspetti normativi, di sicurezza e benessere, si passano in rassegna i vari ambiti operativi:– idraulica, idrologia, sistemazione dei corsi d’acqua, senza tralasciare gli aspetti della gestione delle risorse idriche, dell’ingegneria naturalistica e della tutela ambientale;– geodesia, topografia e cartografia, geomatica, telerilevamento e sistemi informativi territoriali orientati all’analisi, gestione e tutela, di territorio, paesaggio e ambiente;– controllo ambientale, energetica, progettualità e gestione di strutture e attrezzature di edifici, opifici rurali e relativa impiantistica;– meccanica, motoristica, macchine e meccanizzazione agricola, con relative applicazioni gestionali e informatiche.Tutto questo insieme di conoscenze validamente e trasversalmente integrate nei due contesti, sia di Sezione così come dell’intero Manuale, contribuisce a finalizzare concretamente la professione del tecnico operante nei vari ambiti del sistema agrorurale.Coordinamento di SezionePierluigi BonfantiRealizzazione e collaborazioniMatteo Barbari, Pierluigi Bonfanti, Federico Cazorzi, Roberto Chiambrando, Alessandro Chiumenti, Roberto Chiumenti, Francesco Da Borso, Pasquale Dal Sasso, Giancarlo Dalla Fontana, Vito Ferro, Rino Gubiani, Adolfo Gusman, Massimo Lazzari, Fabrizio Mazzetto, Elisabetta Peccol, Pietro Piccarolo, Franco Sangiorgi, Giacomo Scarascia Mugnozza, Paolo Zappavigna